28 Marzo 2024

Premessa: i prodotti Apple non mi piacciono e non mi piaceranno mai ma è innegabile che ogni loro presentazione basta a smuovere mercati e discussioni. E’ successo con l’iPhone, con l’iPad e ora con quell’orrendo Apple Watch.

Orrendo perché è proprio brutto da vedere, soprattutto se lo si confronta con Motorola moto360Asus Zen Watch. Persino un LG G Watch R (che sembra un Sector degli anni ’90) fa più figura! Il prodotto Apple, però, ha un merito: ha spostato un forte riflettore su un oggetto che fino al 9 settembre sembra più un esercizio di ingegneria anziché un prodotto da destinare realmente al mercato; invece, presentato l’Apple Watch, le due solite fazioni, pro o contro Apple, hanno iniziato a tempestare Internet di opinioni, giudizi estetici e dichiarazioni d’acquisto per il prodotto X o per il prodotto Y – me compreso, ho già annunciato che comprerò lo Zen Watch.

Accanto alle due fazioni citate, invece, ne è sorta una terza, trasversale al mondo Android, iOS e simili: quella degli indifferenti. Gli aderenti alla terza fazione, pur accomunati dal sentimento di inutilità del prodotto, formano due scuole di pensiero interne: per alcuni lo smartwatch resterà inutile finché non sarà indipendente dallo smartphone, per altri è inutile perché è inutile in assoluto e basta già uno smartphone.

Nell’era giurassica della telefonia mobile, intorno al 2006, i primi smartphone Nokia Communicator subirono la stessa sorte e resterano relegati ad un settore di nicchia: essi vennero prevalentemente forniti nella dotazione di lavoro ai tecnici della Telecom e altri lavoratori simili. Qualche businessman reputò utile iniziare a portarsi un po’ di lavoro dietro su quelle nuove apparecchiature ma il pubblico “di massa” continuava a preferire i telefoni GSM di plastica a conchiglia o con le cover colorate intercambiabili. Dopo venne iPhone e improvvisamente tutti si scoprirono businessmen-in-pectore-che-giammai-avrebbero-potuto-rinunciare-al-telefono-intelligente. Avevamo davvero bisogno di un telefono con tutte quelle possibilità? No (con i dovuti distinguo) e tutt’oggi molti comprano uno smartphone limitandosi a telefonare e mandare SMS. I più trasgressivi di quest’ultima categoria di utenti usa persino Whatsapp ma poi non si spinge oltre ad usare il telefono per la posta elettronica o per la lista della spesa. Un esponente di questa categoria ce l’ho in casa: mia moglie.

Secondo lo smartwatch avrà lo stesso destino: fino al 9 settembre per molti era un accessorio incomprensibile, mentre dopo il 9 settembre “effettivamente potrebbe avere qualche utilità” – forse consultare la mappa stellare con l’Apple Watch, così come illustrato durante il keynote?

Ritengo che l’errore di fondo sia proprio nel dover concepire questi oggetti come “smart”. Il telefono “smart” è un telefono che fa cose in più oltre la semplice telefonata ma sempre telefono resta. Allo stesso modo, l’orologio “smart” è un orologio che fa cose in più oltre il semplice mostrare ora e data ma – in fin dei conti – sempre orologio resta. L’errore nel giudizio di inutilità nasce dal voler ritenere che l’orologio “smart” faccia pure il caffè: lo stesso Tim Cook sul palco del Flint Center ha annunciato la creazione “di un orologio”. L’aggettivo smart non è stato usato, quasi a voler sottolineare che l’obiettivo era proprio quello di creare un device indipendente. Allo stesso modo dovrebbero essere considerati gli orologi smart con Tizen e con Android Wear: non è necessario che funzioni congiuntamente ad uno smartphone ma, se ve n’è la possibilità, offriranno quel plus di funzioni che li differenzia da un orologio tradizionale.

Quanto sopra è naturalmente IMHO.

watches[1](da XKCD)

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