28 Marzo 2024
#iostoconrosetta
#iostoconrosetta

Il 12 novembre 2014 è una data storica: l’umanità è riuscita a raggiungere una cometa grazie all’invio di una sonda, la quale, a sua volta, ha lanciato un modulo sulla superficie di questa, così da poter analizzare (e vedere) una cometa da vicino e sapere che minerali sono racchiusi in essa. Quest’indagine, infatti, potrebbe aprire nuovi orizzonti nella ricerca dell’origine della vita umana o, comunque, ci permetterebbe di capire di più su questi misteriosi oggetti che solcano incontrollati l’universo in lungo e in largo.

Raccontata così la missione #Rosetta sembrerebbe roba semplice e fattibile quasi quotidianamente con uno schiocco di dita. Invece no: l’Agenzia Spaziale Europea (l’ESA) ha iniziato a lavorare a questo esperimento ben 20 anni fa! Solo a conoscere questo dato a qualsiasi essere umano dotato di un minimo di razionalità verrebbero i brividi: personalmente entro in crisi quando penso che devo preparare un’udienza complicata appena due giorni prima del suo svolgimento, figuriamoci se riuscirei mai a programmare un evento da qui a vent’anni nel futuro! Eppure un gruppo di scienziati dell’ESA nel 1994 è riuscito nell’immane impresa di calcolare il momento ottimale per avvicinare la cometa “67P/Churyumov-Gerasimenko” e fare l’operazione cui abbiamo assistito un paio di giorni fa. Mette i brividi sapere che per i primi dieci anni hanno soltanto effettuato studi per la progettazione, il lancio e l’orbita della sonda “Rosetta” e del suo modulo sganciabile “Philae“; poi, nel 2004, Rosetta è stata lanciata nello spazio ed ha iniziato a seguire l’orbita calcolata dagli scienziati progettisti. Aiutata da quattro lanci di fionda astronomica, grazie a tre passaggi in prossimità della Terra e uno in prossimità di Marte, Rosetta ha percorso milioni e milioni di chilometri fino a raggiungere, nel 2011, il punto migliore in cui attendere l’arrivo della cometa. Per quasi tre anni la sonda è rimasta in stato di “ibernazione” per preservare gli strumenti di misurazione dall’usura e la carica di energia a disposizione, quindi, a fine 2013, è stata riattivata per consentirle di riprendere “lentamente” (in termini spaziali, quindi velocissima in termini terrestri) l’avvicinamento al punto di rendez-vous con la cometa. All’incontro con questa, Rosetta si è posizionata in modo da poter lasciare cadere il modulo #Philae sulla superficie della cometa. Distaccatosi dalla sonda, Philae ha viaggiato per inerzia fino alla cometa per ben sette ore durante le quali non ha potuto comunicare con la control room all’ESA fino a pochi istanti prima del cosiddetto touchdown sulla superficie del luogo designato per l’accometaggio (diventerà un neologismo, sicuramente). Giunto sulla superficie della cometa, Philae avrebbe dovuto sparare due arpioni per fissarsi in modo stabile ma questi, non hanno funzionato e il modulo ha rimbalzato un paio di volte prima di riuscire a poggiarsi e trapanare per avvitare i propri piedi alla cometa. Un brivido insopportabile che però non ha disturbato la riuscita della missione.

Dunque, siamo al cospetto di una missione storica, sia per la preparazione sia per la realizzazione, tanto che qualcuno l’ha definito “il più spettacolare colpo di biliardo” – e in effetti possiamo davvero paragonare questa missione ad un colpo di biliardo.

Venti anni di progettazione, dieci anni di viaggio, cinque minuti di panico. L’Europa e l’Italia scrivono un pezzo di storia dell’astronomia e dell’esplorazione spaziale.

Poi, però, bastano 90 secondi di ignoranza siderale per farti capire che lo sport preferito dall’italiota medio è lo pseudogiornalismo pseudoscientifico. Peccato che nessuno se ne sia accorto se non dopo il successo della missione, poiché il #TG4 ha mandato in onda il seguente servizio, redatto da Mauro Buffa, il giorno precedente cioé l’11 novembre 2014 – segno che il servizio e lo stesso telegiornale non hanno avuto audience degna di nota.


Scienza, questa sconosciuta… Il TG4 e Rosetta di f702851680

Roba da non credere alle proprie orecchie. Una (poco) velata critica al costo e all’utilità di questa missione spaziale (costata appena € 3,50 ad ogni cittadino europeo). La cometa viene definita come un grosso sasso polveroso; gli scienziati indicati come gli unici in grado di gioire per questo evento; si parla di missione che in pochi conoscevano; si afferma che così si smonta l’allure poetico-religioso-mitologica della Stella Cometa della natività; si pronunciano diverse affermazioni errate sotto il profilo scientifico, e così via.

Un servizio evidentemente redatto con ignoranza in materia e – quasi certamente – per ottenere lo scopo recondito di far sì che si parli del #TG4, spingendo l’opinione pubblica a criticare quel telegiornale per aver sbeffeggiato una storica missione astronomica alla quale ha partecipato l’Italia.

Manco a dirlo, i social networks si sono riempiti di messaggi (e d’insulti) nei confronti del giornalista, del direttore del TG4, Mario Giordano, e nei confronti della TV italiana in generale. Quest’ultima, in particolare, ormai sembra assuefatta alla spettacolarizzazione del dolore e ogni pomeriggio gli spettatori devono sorbirsi sempre i soliti servizi sui sempre soliti delitti irrisolti in Italia, quasi fossero delle macabre soap opera da seguire quotidianamente per sapere come va a finire, se il marito presunto omicida verrà processato o meno. E poi si domandano perché le nuove generazioni guardano sempre meno televisione e sempre più Internet: la discesa di Philae sulla cometa è stata seguita con una diretta (o meglio: con un webcast) di diverse ore, trasmesso direttamente dalla control room dell’ESA. Il momento del touchdown ha fatto generare centinaia di migliaia di tweets, post e condivisioni in meno di due minuti e in men che non si dica chiunque è stato in grado di congratularsi personalmente con gli scienziati dell’ESA per la riuscita.

I miei genitori hanno avuto l’opportunità di seguire l’arrivo dell’uomo sulla Luna in diretta TV, mentre io ho seguito la conquista di una cometa nel 2014 grazie ad Internet perché in TV erano impegnati ad intervistare veggenti alla ricerca di cadaveri irreperibili.

La nostra ignoranza si estende a mondi sempre più lontani.
Arthur Bloch, Legge di Lee, La legge di Murphy II, 1980

Su Twitter è possibile seguire il dibattito attraverso i seguenti hashtags:

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  • #MauroBuffaSindignaperche
  • #Rosetta
  • #TG4
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Segnalo anche il rant definitivo di +Claudio Elidoro su Google+ in merito alla questione: http://goo.gl/bHS5O0

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