E se Telegram fosse una spia? Leggiamo l’opinione di un gruppo di hacker sul tema e ascoltiamo l’#altracampana
Autore: Matteo
Windows 11 24H2 disponibile per i Copilot+ PC
Windows 11 24H2 disponibile per i Copilot+ PC 27 Agosto 2024 Notizie I fortunati possessori dei recenti Copilot+ PC, i dispositivi della linea Surface più recenti e dotati di funzioni AI, stanno già ricevendo l’importante aggiornamento del sistema operativo a Windows 11 24H2. Questo aggiornamento nemmeno è stato annunciato ufficialmente e lo sarà solo quando il roll-out sarà pressoché completo sui nuovi Surface, epoca in cui Microsoft lo rinominerà in “Windows 11 2024 Update” e lo renderà globalmente disponibile per tutti i PC con Windows 11. Si tratta di un balzo in avanti piuttosto importante e, probabilmente, quello che inizierà ad aprire la strada a quello che dovrebbe essere Windows 12; i cambiamenti saranno tanti e alcuni saranno persino radicali, diretti a cambiare certe abitudini acquisite con l’uso dal rilascio di Windows 11. Facciamo un breve riepilogo: Windows Recall è quella funzione che permette di registrare tutto quel che si fa col computer, permettendo di andare a ritroso nel tempo per vedere cosa è successo in un giorno X e nei computer più recenti munmiti di NPU (vedi nel Glossario cosa significa), si potrebbe chiedere all’AI “mostrami i messaggi WhatsApp che ho mandato a Mario il giorno 3 settembre 2024”. Probabilmente, sui computer meno performanti e/o sprovvisti di NPU, la funzione si limiterà a essere presentata come una timeline scrollabile a ritroso. Generatore di immagini dentro Paint, così come accennato qui. Copilot maggiormente integrato con una nuova UI e la possibilità di installarlo localmente come PWA. Nuovo Esplora Risorse: adesso non solo si potranno estrarre ma anche creare archivi 7ZIP, RAR, TAR; menù contestuale leggrmente rivisto con le funzioni rapide (taglia, copia, incolla) che adesso mostrano il proprio nome sotto l’icona (quindi migliora l’esperienza utente); la scheda Home si presenterà rivista nella struttura e mostrerà anche i files condivisi; l’anteprima dei files .PNG consentirà anche di modificare i meta dati dell’immagine. Pannello impostazioni rapide ridisegnato, adesso sarà scrollabile per presentare le opzioni in maniera più ordinata e intuitiva; in più l’elenco delle reti Wi-Fi (finalmente) acquista un bottone per aggiornare l’elenco delle reti rilevate. Cancellazione attiva del rumore durante l’uso del microfono, anche questa sarà una funzione sorretta dall’intelligenza artificale- Il Mio Telefono sarà sempre disponibile e integrato direttamente nel menù Start. Teams unificato per clienti domestici e aziendali, sviluppato su tecnologie Web. SUDO su WIndows, il comando da Terminale che consente di eseguire altri comandi con privilegi da amministratore. Rimozione di app obsolete come WordPad, Posta e Calendario. Supporto a USB80Gbps, evoluzione tecnica di USB 4. Kernel sviluppato in RUST. Articolo precedente
Android 15 solo fra un mese sui Google Pixel
Android 15 sui Google Pixel dovrebbe giungere a metà ottobre 2024 ma sarebbe in ritardo rispetto al rilascio del codice sorgente.
Chi ha paura della crittografia?
La crittografia delle informazioni rappresenta la spina del fianco per molti governi perché impedisce loro di avere libero accesso a informazioni altrimenti riservate. E non solo i cosiddetti “stati canaglia” a combattere la crittografia.
Microsoft intenzionata a blindare il Kernel di Windows?
Il 10 settembre 2024 Microsoft incontrerà Crowdstrike e altri partner tecnologici per chiedere di collaborare al miglioramento della sicurezza di Windows e. con molta probabilità, di studiare una soluzione per evitare l’accesso diretto al Kerj
Arrestato Pavel Durov in Francia
Arrestato in Francia Pavel Durov, fondatore di Telegram
Disponibile LibreOffice 24.8 con supporto ARM
Disponibile LibreOffice 24.8 con supporto ARM 24 Agosto 2024 In evidenza, Notizie, Software La Document Foundation ha annunciato il rilascio di LibreOffice 24.8 che tra le molte novità – si tratta del secondo rilascio ad adottare la nuova numerazione nel formato YY.M – introduce l’importantissimo supporto a Windows On Arm (ARM64), con ciò portandosi a competere direttamente con Microsoft Office circa la compatibilità con la moltitudine di versioni dei sistemi operativi esistenti. Adesso, infatti, LibreOffice è in grado di funzionare su: Windows (cpu Intel, AMD e ARM) macOS (cpu Apple e Intel) Linux Clicca qui per leggere (in inglese) il comunicato stampa ufficiale e scoprire l’elenco delle novità introdotte. Articolo precedente
Addio Paint 3D!
Addio Paint 3D! 23 Agosto 2024 Notizie, Software Immaginavo che sarebbe successo prima o poi: a partire da novembre 2024 Paint 3D non sarà più disponibile né potrà più essere utilizzato se già installato. Una ciambella riuscita senza il buco che Microsoft è in procinto di cestinare definitivamente, sebbene non fosse un’applicazione malvagia. Forse un po’ in anticipo sui tempi, lanciata in un periodo in cui le stampanti 3D non erano ancora accessibili alla maggior parte degli utenti casalinghi, o forse troppo ambiziosamente progettata per rimpiazzare il buon vecchio Paint dopo decenni di gloriosa carriera, prometteva di consentire agli utenti la realizzazione di modelli tridimensionali in modo semplice e immediato. Una volta realizzato un modello, però, poi non si sapeva cosa farsene a causa della mancata interoperabilità con applicazioni di modellazione 3D di terze parti, e restava solo la possibilità di ordinare la stampa a un servizio online. Per il resto si trattava di un’incarnazione di Paint in versione UWP, con una veste grafica leggermente rivisitata ma che rendeva più complicato usare le funzioni storiche di Paint edizione classica. Questo ha indotto moltissime persone a non adottare Paint 3D come strumento grafico per lavoretti quotidiani e a preferirgli, in maniera facilmente prevedibile l’antenato tradizionale o alternative di terze parti come GIMP oppure Paint.net. Che Paint 3D fosse sulla strada del dimenticatoio lo si poteva già intuire nel momento in cui Microsoft ha deciso di non includerla più nel sistema operativo al momento del rilascio di Windows 11 e di tornare a far evolvere la versione classica di Paint, la quale oggi ha l’aspetto delle applicazioni espressamente disegnate per Windows 11 e, in più, ha acquistato nuove funzioni, tra cui quelle legate all’uso dell’intelligenza artificiale come la rimozione dello sfondo nelle foto. Paint non vuol saperne di andare in pensione. Sono poche le applicazioni che hanno resistito al trascorrere del tempo e una di queste è proprio MS Paint, presente in tutte le versioni di Windows messe in commercio, nonostante non sia stata originariamente creata da Microsoft: essa fu introdotta in Windows in virtù di una licenza concessa dal produttore originale; solo in seguito Microsoft acquisterà i diritti e il codice sorgente per realizzare Paint così come lo conosciamo. Paint, quindi, ha ancora tanta strada da fare e non sembra avvertire il peso degli anni sulle proprie spalle. Ricapitoliamo la storia di Paint, allora. 1984 – Microsoft acquista “Paintbrush”. Sviluppato col nome di “Paintbrush” da una piccola software house chiamata ZSoft Corporation, il software piacque alla Microsoft acerba dell’epoca, la quale aveva bisogno di un software per la grafica da inserire nell’imminente Windows 1.0. Paintbrush era davvero un software rudimentale e incompleto, soprattutto se messo al confronto con quanto aveva da offrire il Commodore Amiga a quei tempi (per citarlo: Deluxe Paint) e, pertanto, la sua sorte seguì quella del sistema operativo a finestre dell’azienda di Redmond fino al 1990 – scarsa diffusione, quindi, per Windows 1.x e 2.x 1990 – Paintbrush viene riscritto per Windows 3.0 Poco considerato fino a quell’anno, Paintbrush venne in larga parte riscritto da zero per consentirgli di supportare i colori (una palette di 16 colori) e di salvare le creazioni nel più comune formato .BMP; in più, l’interfaccia utente è stata aggiornata fino ad assumere quell’impostazione che è giunta a noi fino a Windows Vista. 1995 – Il nome cambia e diviene semplicemente “Paint” L’arrivo sul mercato di Windows 95 porta con sè il nuovo nome “Paint” e la possibilità di salvare anche nei formati .JPG, .GIF e .PNG ma a condizione di installare delle librerie di terze parti non incluse nel sistema operativo. Quella versione venne anche munita della possibilità di salvare le palette personalizzatei colori nel formato .PAL ma ben presto si rivelò una funzione problematica e in Windows 98 venne rimossa. 2001 – Windows XP consente a Paint di salvare nei nuovi formati Finalmente Paint può salvare direttamente in .JPG, .GIF e .PNG senza l’ausilio di librerie esterne. 2006 – Nuova UI e nuove funzioni Rimasto sostianzialmente immutato fino a quel momento, Paint si rinnova con l’avvento di Windows Vista: l’interfaccia acquisisce l’aspetto di Office 2007 (con i cd. “Ribbon”) e appaiono nuove funzioni per il ritocco delle immagini come il “Ritaglio”. 2017 – Microsoft pubblica Paint 3D e annuncia la rimozione di Paint classico Come spiegato sopra, Paint 3D sarebbe dovuto succedere a Paint in maniera definitiva e Microsoft giunse persino a fare un annuncio in tal senso ma oggi, dopo sette anni, gli esiti si sono rivelati diversi da ciò che la casa madre prospettava. Articolo precedente
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Un imperatore piccolo piccolo | #TwitterMigration
Un imperatore piccolo piccolo | #TwitterMigration 19 Dicembre 2022 Social Networks Ci risiamo: Elon Musk prende decisioni e fa scappare gli utenti da Twitter verso Mastodon. Sembrerebbe quasi che egli sia l’unico a non considerare discutibili quelle decisioni ma poco importa, tanto “il pallone è mio e ci faccio quel che dico io“. Si dovrebbe scomodare il Dott. Sigmund Freud per analizzare la psiche del neoproprietario di Twitter, perché nessuno capisce realmente quali siano i suoi obiettivi – probabilmente nemmeno i dipendenti superstiti e che gli stanno accanto quotidianamente. Tutto è cominciato nella notte (italiana) a cavallo fra giovedì 15 e venerdì 16 dicembre, nel momento in cui uno tsunami di ban e di limitazioni agli account ha investito il Twitterverso. Il primo a cadere è stato l’account @elonjet, creato da uno studente per seguire gli spostamenti di Musk a bordo del suo jet personale. A ruota, è stata comminata la sospensione a una lunga serie di account appartenenti a giornalisti di importanti testate USA, rei dell’essersi interessarti a @elonjet, agli affari di Musk e per aver rivelato che questi affari non sono poi così brillanti. Infine, è calata la mannaia della censura nei confronti di Mastodon, impedendo agli utenti di postare link a Mastodon (sia in tweet che nella bio) e mostrando a questi un avviso riguardante una presunta violazione della Url Policy di Twitter, poiché i link diretti a Mastodon sarebbero potenzialmente pericolosi. Proviamo a districare la matassa. La lunghezza dell’articolo mi costringe a mettere qui un sommario per una più rapida consultazione: @elonjet I giornalisti sospesi Mastodon filtrato Un imperatore in pectore L’imperatore e la sua arena Le paure dell’imperatore Cosa verrà dopo? L’ultima genialata. Aggiornamenti. 1 – @elonjet La giustificazione ufficiale per la sospensione dell’account creato da Jack Sweeney risiederebbe nella pubblicazione illecita di dati che secondo Musk sarebbero privati. In realtà, è esattamente il contrario: il programmatore del bot collegato a @elonjet sfrutta i dati di navigazione aerea che devono essere pubblici per forza di legge. Quei dati, infatti, servono alla gestione del traffico da parte delle torri di controllo, così da evitare che due aeromobili siano tanto vicini tra loro da rischiare la collisione, oppure per verificare che un velivolo non si ritrovi in una no-fly zone istituita per ragioni di sicurezza pubblica. Avete mai visitato il sito FlightRadar24? Ecco, quel sito sfrutta gli stessi dati per visualizzare graficamente gli spostamenti di tutti gli aeromobili, dunque quali sarebbero i dati privati diffusi illecitamente da @elonjet? Nessuno, sebbene Musk sostenga che si possa facilmente associare un numero identificativo alla sua persona. Più semplicemente, Musk ha deciso che non gli stava bene far conoscere la propria posizione attraverso la piattaforma per cui ha speso 44 miliardi di dollari. Attenzione! Bisogna ribadire che stiamo parlando di decisioni assunte da Musk in persona e non da Twitter attraverso un team di moderazione: tutto questo, ormai, non esiste più ed è proprio lui a comandare blocchi e limitazioni nei confronti di chi abuserebbe della sua piattaforma sociale (oppure di chi semplicemente non gli piace). Come se non bastasse, dopo la sospensione di @elonjet, è arrivata anche la sospensione dell’account personale del suo creatore, Jack Sweeney (@JxckSweeney). 2 – i giornalisti sospesi per doxxing. In modo direttamente collegato alla vicenda di @elonjet, a ruota è arrivata una raffica di sospensioni e blocchi nei confronti degli account di nove giornalisti USA, rei d’aver semplicemente svolto il proprio mestiere. Nello specifico, Musk ha giustificato l’azione sostenendo che chiunque riporti informazioni relative agli spostamenti suoi e dei suoi familiari viene immediatamente bannato per aver praticato il doxxing; in questo specifico caso, quei giornalisti hanno semplicemente scritto dell’attività di @elonjet, perciò sono stati sospesi meramente per proprietà transitiva. In questo frangente, tra la sospensione di @elonjet e quelle inflitte ai giornalisti, Musk ha pubblicamente denunciato un fatto strano: ha dichiarato che a causa del continuo doxxing, un “pericoloso stalker” ha seguito un’auto con il figlio di due anni a bordo e, approfittando di un ingorgo stradale, costui avrebbe colto l’occasione per saltare in piedi sul cofano della vettura, credendo che all’interno vi fosse lo stesso Musk. La vicenda è avvolta dal mistero poiché non vi sono prove che attestino la veridicità di quanto lamentato dal milionario imprenditore; tuttavia, Elon ha invitato tutti gli utenti di Twitter ad aiutarlo nell’identificazione dell’aggressore, mostrando pure um breve video in cui appare il numero della targa della presunta vettura del presunto stalker. E tanto gli è bastato per giustificare la raffica di sospensioni: divulgate gli spostamenti della mia famiglia e mi aggrediscono quindi siete responsabili e vi sospendo da Twitter. Naturalmente gli ambienti del giornalismo non sono rimasti a guardare e i vari editori (affiancati persino da diverse istituzioni sovranazionali) hanno tuonato contro il CEO di Twitter proprio perché queste azioni tutto sembrano meno che dirette a tutelare la libertà d’informazione e l’abusato concetto di free speech che Musk sbandiera ai quattro venti. L’aria è cambiata in Twitter. Effettivamente, basta star fuori per un certo periodo – come il sottoscritto – e rientrarvi per osservare un netto cambiamento d’atmosfera: la lista italiana dei trending topic è sempre più infarcita di hashtag filorussi, filoputiniani e comunque promossi ad arte da una macchina della propaganda ombra. Prendendo il coraggio a quattro mani e aprendo uno di quei topic si può osservare un aumento esponenziale della partecipazione di account esplicitamente orientati a destra, no vax, mattonisti, bandierini e altra robaccia simile; parimenti ho notato un drastico calo di interazioni tra account, pur chiaramente orientati nello stesso senso, come se tutte queste persone (?) scrivessero solo per il gusto di scrivere usando quello specifico hashtag – il che alimenta ulteriormente la mia idea di macchina della propaganda ombra. Se poi si tenta di capire cosa succede fuori dalla bolla del Twitter italiano, ci si scontra con una realtà simile anche nelle “bolle Twitter” di altre aree del pianeta: l’avvento di Musk ha praticamente legittimato la divulgazione di bufale, di hate speech (altro che free!) e atteggiamenti passivo-aggressivi. Non a caso, i più felici dell’avvento di Musk alla guida di Twitter LEGGI TUTTO