L’Irlanda indaga su Facebook per violazioni in ambito GDPR dopo il data breach di 533 milioni di profili.

La condotta di Facebook nella vicenda del data breach di 533 milioni di profili utente è poco trasparente e apre la strada alle indagini da parte delle Autorità Garanti per la privacy dell’Unione Europea. Valutiamo se sia possibile agire con una class action o individualmente per chiedere un risarcimento del danno.

Piccole, incredibili, sbadataggini e GDPR.

[dropcap]D[/dropcap]alle mie parti esiste un proverbio dialettale che afferma che “u scarparu camina ch’i scarpi rutti“, il che dal dialetto reggino si traduce come “il calzolaio cammina con le scarpe rotte“. Penso che nessun proverbio sia più adeguato per la mia categoria professionale quando si parla di trattamento dei dati personali. In quanto avvocati, dovremmo ben conoscere la normativa vigente – il Regolamento Generale per la Protezione Dati n. 670/2016/UE (“RGPD” o “GDPR” per gli amici) e il Decreto Legislativo n. 101/2018 – e, in quanto LEGGI TUTTO

“Silenzio! Il nemico ti ascolta!”

“Silenzio! Il nemico ti ascolta!” 22 Maggio 2019 Sicurezza informatica E che “orecchie” che ha! Forse non ci rendiamo conto che abbiamo una pessima abitudine: sebbene involontariamente, tendiamo a rivelare troppi dettagli del nostro privato. Includo anche il sottoscritto poiché il rischio di predicare bene e razzolare male è sempre in agguato e, sinceramente, basta un nonnulla per lasciar trapelare elementi che permetterebbero di risalire alle credenziali dei miei account online. La vignetta di Dogmo Comics che ho scovato grazie a Marco Giannini (di Marco’s Box) LEGGI TUTTO

Sradicare il concetto di password sicura.

Nel 2017 dobbiamo cambiare l’approccio mentale alla scelta della protezione per i documenti che salviamo online (non solo). Oggi non esiste più una password sicura in senso assoluto, quindi dobbiamo individuare soluzioni e metodi di tutela alternativi.

Pollicino 2.0

Nel corso della settimana che volge al termine, il Garante per la protezione dei dati personali, Dott. Francesco Pizzetti, ha illustrato l’annuale relazione sull’attività dell’Authority nel corso dell’anno 2010 e non pochi sono stati gli spunti di riflessione, soprattutto alla luce della recente esplosione del fenomeno “smartphone”. Il Garante, infatti, seppur solo con un accenno, ha trattato un tema di scottante attualità: il potenziale rischio per la privacy di chi possiede e usa uno smartphone (da intendersi come colui che lo smartphone lo “spreme” e non lo LEGGI TUTTO