Forse un po’ in anticipo sui tempi, lanciata in un periodo in cui le stampanti 3D non erano ancora accessibili alla maggior parte degli utenti casalinghi, o forse troppo ambiziosamente progettata per rimpiazzare il buon vecchio Paint dopo decenni di gloriosa carriera, prometteva di consentire agli utenti la realizzazione di modelli tridimensionali in modo semplice e immediato. Una volta realizzato un modello, però, poi non si sapeva cosa farsene a causa della mancata interoperabilità con applicazioni di modellazione 3D di terze parti, e restava solo la possibilità di ordinare la stampa a un servizio online.
Per il resto si trattava di un’incarnazione di Paint in versione UWP, con una veste grafica leggermente rivisitata ma che rendeva più complicato usare le funzioni storiche di Paint edizione classica. Questo ha indotto moltissime persone a non adottare Paint 3D come strumento grafico per lavoretti quotidiani e a preferirgli, in maniera facilmente prevedibile l’antenato tradizionale o alternative di terze parti come GIMP oppure Paint.net.
Che Paint 3D fosse sulla strada del dimenticatoio lo si poteva già intuire nel momento in cui Microsoft ha deciso di non
includerla più nel sistema operativo al momento del rilascio di Windows 11 e di tornare a far evolvere la versione classica di Paint, la quale oggi ha l’aspetto delle applicazioni espressamente disegnate per Windows 11 e, in più, ha acquistato nuove funzioni, tra cui quelle legate all’uso dell’intelligenza artificiale come la rimozione dello sfondo nelle foto.
Sviluppato col nome di “Paintbrush” da una piccola software house chiamata ZSoft Corporation, il software piacque alla Microsoft acerba dell’epoca, la quale aveva bisogno di un software per la grafica da inserire nell’imminente Windows 1.0. Paintbrush era davvero un software rudimentale e incompleto, soprattutto se messo al confronto con quanto aveva da offrire il Commodore Amiga a quei tempi (per citarlo: Deluxe Paint) e, pertanto, la sua sorte seguì quella del sistema operativo a finestre dell’azienda di Redmond fino al 1990 – scarsa diffusione, quindi, per Windows 1.x e 2.x
Poco considerato fino a quell’anno, Paintbrush venne in larga parte riscritto da zero per consentirgli di supportare i colori (una palette di 16 colori) e di salvare le creazioni nel più comune formato .BMP; in più, l’interfaccia utente è stata aggiornata fino ad assumere quell’impostazione che è giunta a noi fino a Windows Vista.
Rimasto sostianzialmente immutato fino a quel momento, Paint si rinnova con l’avvento di Windows Vista: l’interfaccia acquisisce l’aspetto di Office 2007 (con i cd. “Ribbon”) e appaiono nuove funzioni per il ritocco delle immagini come il “Ritaglio”.
Come spiegato sopra, Paint 3D sarebbe dovuto succedere a Paint in maniera definitiva e Microsoft giunse persino a fare un annuncio in tal senso ma oggi, dopo sette anni, gli esiti si sono rivelati diversi da ciò che la casa madre prospettava.

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