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Le virtual machine: cosa sono e perché potreste averne bisogno.

PREMESSA: Quest’articolo potrebbe risultare un po’ troppo tecnico, dato l’argomento; una lettura attenta, però, vi farà comprendere l’utilità delle virtual machine. Cominciamo dalla nozione di base: le virtual marchine sono computer virtuali creati all’interno di un computer fisico. Non è un caso, infatti, se nel gergo tecnico il computer fisico è identificato come sistema HOST (o ospitante) e il computer virtuale è identificato come sistema GUEST (o ospite). Dunque stiamo parlando della virtualizzazione, un fenomeno che nel tempo è cresciuto e si è trasformato da semplice esperimento per smanettoni a realtà ampiamente utilizzata in ambiti industriali. Questo fenomeno è diventato così importante che i produttori di processori per dispositivi elettronici (Intel, AMD, Qualcomm, etc.) hanno ben pensato di arricchire le proprie CPU con queste funzioni così da consentire prestazioni migliori ai computer virtuali, grazie alla stretta vicinanza delle funzioni di virtualizzazione al processore centrale – in passato, infatti, le CPU erano sprovviste di simili funzioni e la virtualizzazione era solo un magnifico esercizio di pazienza e passione, tanto erano lenti i computer virtualizzati. Oggi la virtualizzazione si è davvero spinta in avanti e spesso può tornare utile in certi ambienti e condizioni critiche.

Cosa mi serve per creare una virtual machine?

Per creare una virtual machine serve un software specifico in grado di emulare il funzionamento di un processore che permetta al sistema operativo virtualizzato di funzionare – in poche parole, dev’essere un software in grado di fingere che sia un computer dentro il computer. Esistono diverse soluzioni, sia a pagamento che gratuite: di quest’ultime, le più note sono prevalentemente le seguenti:

VmWare Workstation Player

Si tratta della versione gratuita di VmWare Workstation Pro, rispetto al quale ha diverse limitazioni poiché pensato per un uso prevalentemente domestico e non professionale. Si scarica da qui. Per l’uso professionale occorre acquistare la licenza ma, in tal caso, sarebbe opportuno pensare all’acquisto della versione PRO.

qEMU

Fra i software che propongo qui, questo è il più essenziale, il più potente, il più veloce ma anche il più difficile da configurare e usare. Si scarica da qui ma ne sconsiglio l’uso ai deboli di cuore e a chi non sa a cosa potrebbe andare incontro.

Hyper-V

Se usate Windows 10, vi potrebbe bastare abilitarlo dal Pannello di Controllo >  Programmi e funzionalità > Attiva / Disattiva Funzionalità di Windows Anche questa soluzione è un po’ macchinosa ma è quella che meglio integra il sistema operativo virtualizzato con il Windows 10 che lo ospita – d’altronde è una soluzione nativa di Microsoft.

Oracle Virtualbox

Non fatevi spaventare dalla presenza del marchio “Oracle”: il software è gratuito ed è persino open source. Oracle ha acquistato Sun Microsystems che, a sua volta, gestiva la community che aveva dato vita al progetto VirtualBox e, pertanto, oggi VirtualBox è un prodotto Oracle (che ha contribuito tantissimo a sviluppare il progetto per renderlo compatibile con quasi tutti i sistemi operativi e gli hardware esistenti). Si scarica da qui. Questo è il prodotto che preferisco perché è il più semplice da configurare e usare poiché la creazione di una nuova virtual machine è interamente guidata e l’interfaccia è sostanzialmente rimasta invariata nel tempo – dunque chi ha iniziato a usarlo tanti anni fa, poi non ha mai dovuto imparare a usare la nuova versione per eventuali spostamenti dei comandi.
Screenshot dal sito Virtualbox.org
Vi sono dei prerequisiti fondamentali per creare una virtual machine:
  1. un computer moderno, con almeno 16 GB di RAM e un processore almeno dual core con hyperthreading (ossia con 4 core logici);
  2. tanto spazio su hard disk: i moderni sistemi operativi, anche se virtualizzati, richiedono hard disk virtuali capienti;
  3. il possesso di un media di installazione del sistema operativo che si intende virtualizzare.
Non spiegherò qui nei dettagli la procedura di creazione di una virtual machine poiché basta fare riferimento alla documentazione del software che si desidera usare ma, a grandi linee, la procedura è sempre la seguente:
  1. Configurazione dell’hardware virtualizzato (cioè del computer virtuale che il software creerà);
  2. Impostazione del sistema operativo che si installerà;
  3. Creazione dell’hard disk virtuale (che in realtà sarà un file delle dimensioni indicate);
  4. Caricamento del file .ISO con l’immagine o con l’installazione del sistema operativo;
  5. Avvio della macchina virtuale e installazione del sistema operativo.
Tutto qua.

Per cosa posso utilizzare una virtual machine?

La virtual machine torna molto utile quando si desidera effettuare operazioni che potrebbero compromettere l’integrità o la stabilità del sistema o la sua sicurezza. Per esempio, se si riceve un allegato via email e si nutrono dubbi sulla genuinità dell’invio, si potrebbe copiare il file nella virtual machine e aprirlo al suo interno per vedere se si tratti di un virus o meno; nella peggiore delle ipotesi, se si tratta davvero di un virus che infetta il sistema ospite, a quel punto basta cancellare il file contenente l’hard disk virtuale e il virus sparirà insieme al sistema operativo che si era virtualizzato. Qualcun altro usa una virtual machine per avere un sistema operativo pulito, senza alcun’altra applicazione installata, solo allo scopo di avere un ambiente protetto nel quale eseguire operazioni sensibili quali quelle bancarie. Infine, qualcun altro ancora le usa per necessità lavorative: può capitare, infatti, che si decida di lasciare Windows e comprare un Mac per poi scoprire che qualche software in uso per l’attività professionale non possieda una versione macOS. In una tale circostanza, è buona prassi creare una virtual machine con Windows in cui installare il software che ci serve e che esiste solo per Windows.

Conclusioni.

Ho illustrato come funziona il magico mondo della virtualizzazione, dal quale possono trarsi solo benefici. … e le virtual machine possono essere create anche su un hard disk portatile, così da poterle usare in mobilità con Virtualbox Portable.
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