Cloud storage all’estero e privacy: come fare?

Il pericolo dei dispositivi mobili.

I servizi cloud stanno conoscendo una diffusione esponenziale grazie all’adozione di massa di smartphone e tablets. Questi dispositivi stanno diventando sempre più ottimi strumenti di lavoro. Nel mio caso, per esempio, uso un Samsung Galaxy Note 10.1 come perfetto sostituto della classica agenda legale d’udienza cartacea: ho tutto sincronizzato con il mio account Google e, nella malaugurata ipotesi di smarrimento o furto del dispositivo, posso recuperare quei dati dai server di Mountain View e trasferirli sullo smartphone.

Però… lo smarrimento o il furto di un dispositivo mobile nel quale siano presenti gli account dei servizi cloud usati per il lavoro (quindi, anche per la conservazione di dati sensibili) è un evento che dovrebbe preoccuparci oltre la constatazione della semplice perdita economica. Chiunque riesca a mettere mano illegalmente al nostro dispositivo, si ritroverebbe la porta spalancata verso nomi, cognomi, somme di denaro, indirizzi, recapiti telefonici o e-mail e centinaia di altre informazioni per le quali abbiamo fornito una garanzia di tutela al nostro cliente.

Chiunque usi tablet e smartphone per lavoro dovrebbe sapere come poter comandare una cancellazione integrale a distanza (ossia il cd. “remote wipe“). I servizi cloud installati nei dispositivi mobili consentono di scaricare copie locali dei documenti per permettere all’utente di lavorare agevolmente direttamente dal dispositivo stesso, quindi è bene che lo stesso dispositivo sia attrezzato per correre ai ripari nel caso se ne perda il possesso.

Ogni piattaforma mobile dispone di numerose applicazioni – sia di sistema che di terze parti – votate alla localizzazione del dispositivo e alla protezione dei dati a distanza, perciò non si deve fare altro che cercare nello store dedicato al proprio dispositivo. Per esempio, su Android mi affido totalmente a Cerberus. Bisogna adottare un’applicazione del genere per poter comandare a distanza la distruzione dei dati contenuti nel dispositivo dopo averne scoperto il furto o lo smarrimento perché – giova ricordarlo – si è sempre responsabili per l’eventuale smarrimento dei dati personali dei propri clienti.