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Linux cresce, nel 2025 potrebbe arrivare al 5%

Ormai da molti anni ci si aspetta che Linux inizi a essere più presente nel settore dei sistemi operativi desktop ma il dominio di Windows, sebbene lergemente ridotto rispetto al passato, prosegue indisturbato. “Dominio”, già, perché non si può parlare di duopolio: macOS è solo al 14,92% mentre il sistema operativo di Microsoft vola a quota 72,08%.

Linux, invece, ha finalmente raggiunto il 4.45% secondo i dati del mese di luglio 2024 pubblicati da StatCounter. Probabilmente i maggiori ostacoli all’adozione di Linux sui desktop – nel settore dei server, invece, è leader assoluto – sono tre:

  1. Eccessiva frammentazione: troppe distribuzioni, anche troppo diverse tra loro e capaci persino di offrire esperienze utente profondamente diverse da distribuzione a distribuzione: Gnome ha una sua esprienza utente, KDE Plasma ne ha un’altra, MATE un’altra ancora… Windows è sempre Windows, macOS è sempre macOS. Anche dopo diverse edizioni, gli ultimi due offrono sempre la stessa esperienza e l’utente sa già dove trovare i comandi (salvo che in caso di stravolgimenti epocali dell’interfaccia).
  2. Interoperabilità con Windows ancora non completa: passi avanti ne sono stati fatti tanti ma ci sono sempre quelle applicazioni (soprattutto quelle usate negli uffici) che esistono solo e esclusivamente per Windows, dunque si scarta Linux per andare sull’usato sicuro di Redmond.
  3. Problema culturale: Windows è così ben radicato perché è negli uffici da sempre e le migliaia di utilizzatori teme il cambiamento. Anche dimostrando che Linux può pacificamente sostituire Windows e LibreOffice è compatibile con Microsoft Office in maniera pressoché completa, alla fine ti fanno una smorfia e chiedono l’installazione di Windows (o di Office): l’usato sicuro, insomma.

Eppure Linux su desktop migliora mese dopo mese e non sono pochi gli Stati che adottano software open source per i propri uffici.

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