Per molte persone le parole “Microsoft” e “cibersecurity” non possono convivere all’interno della stessa frase: si tratta di un mito da sfatare che è nato all’epoca di Windows Xp e Internet Explorer 6, spinto soprattutto da una massa eterogenea di detrattori dell’azienda di Redmond.
Oggi quell’ assunto è palesemente falso perché Microsoft sotto la sapiente guida di Satya Nadella, ha ben compreso di dover essere l’azienda maggiormente impegna nella cover security, proprio in virtù del fatto che Windows è il sistema operativo più diffuso e, ovviamente, il più esposto agli attacchi.
Dopo l’incidente che nel 2023 ha consentito a criminali cinesi di avere accesso ai repository del codice sorgente di diverse applicazioni – in particolare di Outlook – e dopo il cd. “Incidente CrowdStrike” in cui Microsoft è parte lesa, il colosso di Redmond ha messo in campo un gruppo di esperti dedito al monitoraggio degli sviluppi della cover security in seno agli ordinari processi produttivi.
Grazie a questo programma ora è in campo l’equivalente di 34.000 ingegneri specificamente impegnati nel monitoraggio e nello sviluppo della cibersecurity aziendale; suddivisi in tredici gruppi, ciascuno di questi è impegnato in un’area specifica (Azure, Windows 365, AI, ecc.) e i tredici dirigenti si incontrano periodicamente per confrontarsi e fornire indicazioni al management.
In più, Microsoft ha aperto una sorta di accademia per la cibersecurity alla quale può accedere qualsiasi dipendente, così da promuovere e incentivare i principi della sicurezza informatica in ambito aziendale.
Per molte persone le parole “Microsoft” e “cibersecurity” non possono convivere all’interno della stessa frase: si tratta di un mito da sfatare che è nato all’epoca di Windows Xp e Internet Explorer 6, spinto soprattutto da una massa eterogenea di detrattori dell’azienda di Redmond.
Oggi quell’ assunto è palesemente falso perché Microsoft sotto la sapiente guida di Satya Nadella, ha ben compreso di dover essere l’azienda maggiormente impegna nella cover security, proprio in virtù del fatto che Windows è il sistema operativo più diffuso e, ovviamente, il più esposto agli attacchi.
Dopo l’incidente che nel 2023 ha consentito a criminali cinesi di avere accesso ai repository del codice sorgente di diverse applicazioni – in particolare di Outlook – e dopo il cd. “Incidente CrowdStrike” in cui Microsoft è parte lesa, il colosso di Redmond ha messo in campo un gruppo di esperti dedito al monitoraggio degli sviluppi della cover security in seno agli ordinari processi produttivi.
Grazie a questo programma ora è in campo l’equivalente di 34.000 ingegneri specificamente impegnati nel monitoraggio e nello sviluppo della cibersecurity aziendale; suddivisi in tredici gruppi, ciascuno di questi è impegnato in un’area specifica (Azure, Windows 365, AI, ecc.) e i tredici dirigenti si incontreranno periodicamente per confrontarsi e fornire indicazioni al management.
In più, Microsoft ha aperto una sorta di accademia per la cibersecurity alla quale può accedere qualsiasi dipendente, così da promuovere e incentivare i principi della sicurezza informatica in ambito aziendale.
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