Il Governo vuole un “WhatsApp di Stato”

Stiamo vivendo tempi difficili sotto l’aspetto della sicurezza nazionale e, conseguentemente, della sicurezza informatica. Il recente scandalo del dossieraggio illecito sta spingendo il Governo italiano a valutare l’adozione di un sistema di messaggistica sicuro e crittografato. L’uso di sistemi come WhatsApp e Telegram è ormai un’abitudine quotidiana anche per le migliaia di persone che lavorano nella Pubblica Amministrazione; purtroppo, però, spesso ci si scambia informazioni su WhatsApp o Telegram che dovrebbero essere mantenute entro l’ambito lavorativo e si rischia che qualcuno riesca a intercettarle per farne un uso improprio.

Sebbene sia vero che esistano sistemi come Signal considerati anche più sicuri di Telegram, il Governo vorrebbe implementare un sistema di messaggistica sicura interamente progettata in Italia e con server esclusivamente collocati sul territorio (in nome della cosiddetta sovranità tecnologica). Anche la Francia ha imboccato una strada simile con l’adozione dell’applicazione Olvid ma l’esperimento non è rimasto esente da critiche e in particolar modo per il fatto che quell’app faccia uso dei server Amazon Web Services (AWS), ossia di un’azienda di proprietà privata di un cittadino americano.

Per evitare di incappare nella stessa ondata di critiche, il Governo sta vagliando l’adozione dell’app TelsyInTouch creata da Telsy, azienda del gruppo TIM che si occupa di sicurezza nelle comunicazioni telematiche. TelsyInTouch costituisce una robusta soluzione per le comunicazioni sicure poiché offre crittografia end-to-end (E2EE) per chiamate, videochiamate e chat, con crittografia applicata a più livelli e trasmissione dei dati tra utenti per mezzo di un protocollo VPN proprietario nell’ambito di un ambiente sicuro e dedicato all’organizzazione che diviene cliente di TelsyInTouch.

A conti fatti, il Governo italiano già dispone di un “WhatsApp di Stato” completo e interamente italiano, dunque non resta che attendere l’esito delle valutazioni condotte in questo periodo e finalizzate soprattutto a stabilire come e dove obbligare l’uso di questo sistema in luogo di WhatsApp, Telegram e simili.